To Thomas Jefferson from Charles Bellini, 13 February 1782
From Charles Bellini
Dallo Spedale Febbio. 13. 1782
Sige Tommaso Amatissmo
Il Sige. Gen’le Conte di Rochambeaux va a spasso per il Paese, ed è probabile ch’egli venga a Monticello, almeno Egli ne à l’intenzione; il Sige. Coleau, un uffiziale di rango nell’ Armata lo accompagna, ed io non voglio perder l’occasione di rinnuovarle i miei più rispettosi Sentimenti, e ringraziarla dell’ affettuosa Lettera ch’ Ella si compiacque di scrivermi da Richmond in Data de’ 23 Xbre. 1781. Io non ò espressioni bastanti per esprimere la consolazione che quella Lettera somministrò al mio spirito oppresso, e totalmente destituto d’ogni filosofico aiuto: S’io potessi avere una lettera simile ogni giorno, Non dubito ch’io potrei senza pena restare allo Spedale, e vedere con filosofica indifferenza le miserie della vita, da alcuni tanto desiderata.
Ella certamente avrà occasione di render un Servizio considerabile a questa, una volta Università in generale, ed al restante dei Professori in particolare, Se parlando col Sige. Generale Ella vorrà fargli sentire con quanta ingiustizia, per non dir barbarie, Noi Siamo Stati trattati, ed io più degli altri in particolare, Non per altro delitto che d’esser Straniero, Nobilmente povero, e privo di assistenza ed aiuto.
Se la nobil mia povertà, e l’aria pestifera ch’io son forzato di respirare non me l’impedi[scono] io Spero di venir io stesso a Monticello, per mai più partir[ne] e per contestarle ch’io Sono, di Lei, della Sua Sigra. Consorte e Famiglia universa, presente e futura. Divotissmo. ed Obbligatissmo. Servitra.,
C. Bellini
RC (DLC). The editors are indebted to Prof. A. T. MacAllister, Jr., Princeton University, for a transcription of this letter, as well as for a translation on which the summary below is based. Rochambeau is traveling about the country and intends to visit Monticello, accompanied by “Mr. Coleau,” an officer in the army; Bellini takes this occasion to renew his friendship and to thank TJ for his letter from Richmond of 23 Dec. 1781. “I cannot adequately express the consolation which that letter administered to my spirit, oppressed and totally destitute of every philosophical aid. If I could have a letter like that every day, I don’t doubt that I could remain in the Hospital without difficulty and view with philosophical indifference the miseries of life. …” Informs TJ that he can render the “once” university and the professors a great service if, in speaking to “the General,” he can make him realize “with what injustice, not to say barbarity” they have been treated; Bellini especially, “for no other crime than for being a foreigner, nobly poor, and deprived of aid and assistance.” If his poverty and the “pestilential air” he is compelled to breathe do not prevent it, he hopes to visit Monticello.
The reference to Mr. Coleau is doubtless to Chastellux. The hospital: That is, the College of William and Mary, where Bellini was professor of languages ( , 1st ser., xv [1906–1907], p. 175, 265–6). The college had been in use as a hospital in 1781 (see George Wythe to TJ, 31 Dec. 1781). The “affectionate letter” that TJ wrote Bellini from Richmond on 23 Dec. 1781 has not been found. See also Bellini to TJ, 8 Apr. 1782.